RISIKO

LA CONQUÊTE DU MONDE

Immagine classica della prima edizione de La conquête du monde (da www.firstversions.com)

Un primo esempio, seppur primordiale, del celebre gioco da tavolo nasce in Francia nel 1957 per mano del regista e intellettuale francese Albert Lamorisse che affiancato dalla Miro Company e dopo essersi ispirato ad alcuni giochi della sua infanzia, decide di pubblicare sul mercato un nuovo prodotto, denominato:"La conquête du monde".
In un contesto culturale nel quale le basi del gioco da tavolo moderno si stavano già delineando con l’affermazione di grandi successi come Monopoli e Cluedo, la genialità assoluta di Lamorisse fu quella di offrire a grandi e piccini la possibilità di giocare per decidere le “sorti del Mondo” unendo una componente strategica e ragionata, a fasi di gioco decise dal semplice lancio dei dati, e dunque determinate dalla dea fortuna.
Il tutto si affermò all’interno di un contesto storico segnato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e l’entrata in un clima culturale e sociale di Guerra fredda.
Inoltre il fatto di ambientare il gioco su scala globale, anziché in epoche specifiche dell’antichità o del Medioevo gli conferì un un impatto unico, anche perchè al contrario di tutti i giochi da tavoliere e pedine esistenti, le caselle del gioco di Lamorisse erano sempre occupate, dall'inizio della gara (attraverso la prima distribuzione di carte, territori e armate) fino alla fine.
Il gioco di base veniva strutturato in due fasi distinte:
Nella prima fase si ha la distribuzione ai giocatori delle carte di due distinti mazzi comprendenti: 65 carte rappresentanti territori terrestri e marini (dette cartons in lingua francese), in aggiunta ad altre 96 carte ( o "Vignettes") che raffiguravano diversi simboli, tra i quali l'aquila imperiale, Napoleone, un soldato di cavalleria leggera, un cannone o un granatiere; il tutto accompagnato da un tabellone di gioco che rappresentava una mappa del mondo suddivisa da una griglia in 65 zone.
Alla consegna delle carte da gioco faceva poi seguito la distribuzione ordinata e strategica delle armate che anticipava la fase calda di gioco, ovvero quella riguardante le dichiarazioni di guerra, il lancio dei dati, le conquiste dei territori e gli spostamenti delle armate.
Tuttavia Lamorisse non era un inventore e la sua prima creatura risultò ben presto fallace, macchinosa, ingiocabile a causa dell'eccessiva durata delle partite e la nascita di veri e propri squilibri di gioco.
Così il regista francese venne affiancato da un consulente di Miro company, ovvero Jean-Réné Vernes, il quale diede un importante contributo al gioco ridefinendone le meccaniche.

L'INTERVENTO DI VERNES

Vernes era un professore di filosofia liceale, un esperto di bridge ed anche inventore di giochi affermato, infatti presso la Miro Company aveva già pubblicato un gioco strategico di successo, denominato:"Rome et Carthage".
Una volta supervisionato il gioco, il professor Vernes inserì subito 2 modifiche importanti con il preciso scopo di ridurre la durata esorbitante delle partite:
il primo cambiamento riguardò l'aumento del numero di dadi in gioco durante i combattimenti che generò un aumento delle perdite in termine di armate; la seconda modifica invece segnò un aumento delle armate nel corso della partita, ottenute attraverso le carte guadagnate dalla conquista dei territori avversari al termine di ogni turno.
Tuttavia per quanto importanti questi cambiamenti da soli non erano sufficienti, ed era necessario studiare ulteriori migliorie. La più importante fu sicuramente la fusione dei due mazzi di carte che da quel momento in poi riporteranno sia i singoli Territori sia le figure per l'acquisizione di armate bonus, come quella del granatiere, ussaro e cannone (le "Vihnettes viste in precedenza).
Lo stesso numero di carte venne ridotto da 65 a 42 per semplificazione, e comprendevano i soli territori.
Vennero così eliminati i mari e disegnate alcune rotte marittime che collegarono i paesi diversi, permettendo ai giocatori di effettuare attacchi a distanza da un continente all'altro (a patto che vi siano presenti i collegamenti tra territori).
Viene eliminata l'immagine di Napoleone e l'aquila Napoleonica viene sostituita da un joker che riporta le tre figure (granatiere, ussaro o cavaliere e cannone).
L'eliminazione del secondo mazzo delle cosiddette "Carte Fortuna" permise di semplificare la distribuzione delle armate: i giocatori infatti ricevettero di base un numero di armate che corrisponde al numero complessivo di territori posseduto diviso per 3, con la perdita dei resti.
Il target di gioco in origine era rappresentato dai bambini di una fascia compresa tra gli 8 e i 10 anni, i quali avevano appena terminato la scuola elementare e studiato l'atlante, le tabelline e l'ubicazione dei territori.
Un'idea innovativa per i giochi dell'epoca era rappresentata dalla creazione delle caselle irregolari (a differenza ad esempio del "Gioco dell'oca" o del "Monopoly") e la rappresentazione delle porzioni di continenti venne molto apprezzato dal pubblico.
Dai “rettangoli” di Lamorisse si passa alle caselle irregolari e pertanto cambia il ritmo del gioco.
Inoltre Vernes decise di “attualizzare” il gioco ambientandolo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, e non più in epoca napoleonica, e in questa scelta apparve evidente l'intento pedagogico del gioco, insegnando geografia e storia ai ragazzi unendo "l'utile al dilettevole".
Una prova di ciò è rappresentata dalla "regola del soffio" di 3 armate, presa dalla Dama, e introdotta da Vermes in caso di dimenticanza da parte del giocatore attaccante nell'indicare i nomi e le caratteristiche del territorio attaccante e dell'attaccato. Un aspetto importantissimo dell'intervento di Vernes riguardò soprattutto la gestione dell'inizio della partita che venne a dipendere totalmente dalla fortuna.
Nello specifico ciascun giocatore lanciava un dado ed acquisiva un numero di carte Territorio che di conseguenza determinava il numero di armate corrispondente al numero del dado lanciato. La procedura si ripeteva a turno fino all'esaurimento delle 42 carte da gioco. Dunque la situazione iniziale prevedeva che ciascun territorio venisse occupato da almeno una pedina, e vi era una situazione di disequilibrio tra i giocatori. Per quanto riguarda le fasi di combattimento, Vernes per facilitare la risoluzione degli scontri introdusse una novità unica nel panorama dei giochi da tavolo, ovvero la regola che vide prevalere, in caso di parità sul lancio dei dadi, il giocatore che difende. Per quanto riguarda l'attribuzione dei rinforzi alla fine del turno di tutti i giocatori Vernes utilizzò 3 regole principali: la prima (e anche la più comune) riguarda il numero totale dei territori posseduti diviso per tre, come già è stato detto; La seconda regola riguarda le rendite dei continenti posseduti per intero che danno diritto ad un bonus predefinito di armate proporzionale alla grandezza del continente;
La terza e ultima regola riguarda la formazione di un Tris utilizzando 3 carte diverse rappresentate da un fante, un cavaliere ed un cannone.
Se un giocatore disponeva di queste 3 carte con figure differenti, allora riceveva un numero determinato di armate che cresceva durante il corso della partita.
Queste carte vengono distribuite in maniera gratuita a qualsiasi giocatore all'inizio del proprio turno di gioco, momento nel quale il giocatore carica le sue armate disponendole strategicamente all'interno dei territori da lui occupati.

RISK:OVVERO IL PAPA'DEL RISIKO

Immagine prima edizione di Risk
Immagine classica della prima edizione del Risk del 1959 (da www.firstversions.com)

Il gioco venne premiato nel 1957 con l'Oscar francese dei giochi da tavolo, ma non si hanno informazioni utili e precise sulle vendite.
Ciò che è certo è che Miro Company era in possesso di un accordo di cooperazione commerciale con il gigante americano Parker Brothers che curava già la distribuzione in Francia di Monopoly e Mon Oncle d'Amerique.
Pertanto subito dopo la sua pubblicazione, La Conquéte du Monde venne inviata negli Stati Uniti.
Parker Brothers cambiò nome al gioco, in modo da renderlo piu' appetibile al consumatore e meno minaccioso visto il clima pesante della guerra fredda di quegli anni, così nel 1959 uscì dopo alcune modifiche, la prima versione del "Risk".
Il termine "Risk” ha 3 diversi significati : rischio, azzardo e pericolo.
A questo aggiunsero il sottotitolo “Continental game”, ovvero "gioco dei continenti", dunque né la guerra, né la conquista apparivano immediatamente, mentre il titolo di base riassumeva in maniera fedele quella che era l'anima del gioco.
La prima edizione di Risk uscì nel 1959 e contenne cambiamenti importanti rispetto alla variante francese, nello specifico: Si tornò all'epoca napoleonica, la carta di gioco venne riadattata, così come i territori.
Infine venne eliminato il collegamento marittimo tra Sudan e Arabia (cioè tra i territori dell' Africa orientale e Medio oriente).
La distribuzione iniziale dei territori venne definita attraverso una distribuzione equa delle carte Territorio ai giocatori in senso orario, fino all'esaurimento delle carte, senza passare dal lancio dei dadi.
Per quanto riguarda la fase di gioco vera e propria, l'attaccante poteva lanciare fino a 3 dadi, mentre il difensore ne poteva lanciare al massimo 2, indipendentemente dal numero di truppe a disposizione del difensore.
Fu inoltre abolita la regola del “soffio” e il lancio dei dadi dei due giocatori doveva avvenire simultaneamente.
Mentre il giocatore durante il suo turno riceveva la carta bonus per l'ottenimento delle armate extra soltanto se aveva consquistato nello stesso turno almeno un territorio.
Tutti questi cambiamenti contribuirono a rendere il gioco più vendibile sul mercato americano, anche se è negli anni 60' che il gioco ottiene la sua definitiva consacrazione: nel 1959 il gioco era stato esportato anche nel Regno Unito, mentre nel 1960 la Franz Schmidt pubblica in Germania l'edizione tedesca con il titolo di "Risiko" (tradotto dal tedesco su licenza della Miro Company). Quest'ultima edizione inglobava perfettamente alcuni elementi de "La conquête du monde" di stampo francese, come ad esempio la difesa a 3 dadi e la regola della soffiata, con alcuni elementi della versione americana, ad esempio nella regola iniziale della distribuzione dei territori.
Negli anni 70' Parker Brothers acquisì Miro Company e iniziò una rapida azione volta a unificare i vari regolamenti del gioco, e affida l'arduo compito a un consulente fidato, ovvero David Pritchard che confermò la difesa a 2 dadi della versione americana, in modo da fornire un vantaggio alla parte attaccante che utilizza 3 dadi da gioco.
Pritchard introdusse anche le missioni segrete, ovvero gli obbiettivi iniziali nascosti di ciascun giocatore, ed ebbe il merito di definire i valori dei tris dati dalla somma dei simboli impressi sulle carte da gioco dei territori, per l'acquisizione di armate extra durante lo svolgimento della partita.
Lo schema standardizzato definito da Pritchard è il seguente: 3 cannoni forniscono 4 armate, 3 cavalieri danno diritto a 6 armate, 3 fanti donano 8 armate al giocatore, mentre 3 carte diverse tra loro, 10 armate; il Jolly è una carta atipica e molto rara, e può sostituire qualunque carta nei tris elencati.

IL RISIKO: OVVERO L'EDIZIONE ITALIANA DEL RISK

La prima edizione italiana del Risk venne importata da Giochiclub Milano nel 1968 sotto il nome di "Risiko" che di base è una storpiatura o "italianizzazione" del termine tedesco, e con il sottotitolo "La conquista del mondo", cioè la traduzione del titolo originale francese del 1957.
Il gioco si presentò inizialmente come una fusione tra l'edizione francese e quella americana, anche se il chiaro modello di riferimento era quello francese.
Tuttavia rispetto al modello francese, il Risiko introdusse 2 regole principali:
la prima riguardava la distribuzione di 2 carte territorio potenziali per turno, una a inizio turno, la seconda dopo la conquista del territorio, il che rendeva più facile la formazione dei tris;
mentre la seconda regola riguardava il lancio dei dadi di ciascun giocatore per determinare il numero di territori posseduti a inizio partita.
Errori causati probabilmente dalla fusione dei vari regolamenti, e dalla mancanza di una dovuta sperimentazione prima dell'immissione sul mercato.
Ma le mancanze di Giochiclub non inficiarono il successo del gioco, e nel 1973 uscì una seconda edizione del Risiko, ed è in questa fase che vennero introdotti anche in Italia i primi carri armati e le mitragliatrici di plastica, in sostituzione delle pedine di legno. Nel 1977 la Editrice Giochi Milano diventa la principale casa distributrice di Risiko e con la sua entrata in scena viene abbandonato il modello di gioco de " La conquête du monde" in favore di un regolamento più vicino all'edizione tedesca del Risk.
Si adottava dunque un regolamento di base che è in uso tutt'ora, seppur con qualche variazione, ad esempio neell'abbandono della regola della soffiata.